“Cara moglie, caro padre, cara madre, cari figli vi scrivo”
Lettere di emigranti calabresi ai propri cari rimasti in patria
a cura di Nicola Siciliani de Cumis
Ciò che segue è un campione significativo di lettere di emigranti Calabresi ai propri cari rimasti in patria. Il visitatore del Portale vedrà da sé l’interesse della documentazione (trasmessa come inedita dal Prof. Pietro Borzomati e ora in fotocopia nelle Carte di famiglia Siciliani de Cumis). Il lettore delle corrispondenze si sentirà coinvolto nell’ampia gamma dei sentimenti veicolati. Potrà cogliere, dell’insieme dei testi, le dimensioni, sociali, economiche, finanziarie, culturali, estetiche, religiose, amorose, civili ecc. L’umanità dolente e gli umori i più diversi e ricchi di humour che ne traspaiono hanno, per così dire, un loro “valore sopraggiunto” nella normalizzazione dell’eccezionalità della situazione (il rispetto della privacy è d’obbligo).
La distanza dalla terra d’origine, nelle lettere, si fa vicinanza al/del mondo. L’intimità familiare, profanata dal viaggio d’andata in un paese lontano, diventa eccezionale sostanza comunicativa della famiglia, educazione estrema e contraddittoria alla famiglia, formazione di rapporti interpersonali “altri” (fino al limite della distruzione del nucleo familiare originario e magari della formazione di un nuovo nucleo familiare nella patria d’adozione).
Il dialogo epistolare si fa spesso monologo. La riflessione sul mondo circostante, autoriflessione significativa, individuale e sociale, accettazione e/o contestazione dell’esistente che ha rivoluzionato l’esistenza. Fiducia, rabbia, contentezza, speranza e disperazione cedono il passo alla volontà di tramutare una “disgrazia” in una “grazia ricevuta”.
Il dossier viene introdotto dall’immagine della copertina e del frontespizio di un libro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, L’emigrazione calabrese dall’Unità ad oggi. Atti del II Convegno di Studio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria (Polistena 6-7, Rogliano 8 dicembre 1980), a cura di Pietro Borzomati, Roma, Centro Studi Emigrazione, 1892. Il medesimo dossier farà parte sia del Portale di Petronà (Catanzaro)/Comunità Montana della Presila Catanzarese, sia del Portale della Sapienza Università di Roma.
Non a caso: perché, si vuol dire, il dolore unisce. L’esperienza dello sradicamento finisce col significare, al tempo stesso, internazionalizzazione e localizzazione dei rapporti familiari. Un’educazione alla famiglia, insomma, che “passa” attraverso una metamorfosi in qualche modo “diseducativa”. Una tragedia che resta tragedia, senza dubbio: ma che, se documentata nelle sue pieghe e nelle sue piaghe, tende a farsi intanto risorsa conoscitiva, insegnamento della storia. Volontà e progetto di cambiamento. [nsdc]
Le lettere degli emigranti (pdf, 7,14 MB)