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Giulio Spini

cdf spini ritrattoGiulio Spini nasce a Campo Tartano (SO) nel 1921. La madre faceva la maestra in paese e il padre era muratore. Frequenta la scuola e nel tempo libero aiuta i genitori in campagna.
A fine anni ‘30 consegue come privatista la maturità magistrale e inizia a insegnare a Campo Tartano.
Nel 1941 è chiamato a Como per il servizio militare e inviato ad Avellino per frequentare il corso ufficiali. Qui lo coglie l’armistizio dell’8 settembre 1943 e, come molti altri soldati allo sbando, cerca fortunosamente di tornare al nord. Tre volte viene ripreso, tre volte riesce a scappare e a raggiungere la nativa Val Tartano.
Nella primavera del 1944 aderisce alle Formazioni Partigiane Garibaldi, attive in bassa Valtellina, insieme a persone di diversa provenienza politica, per la lotta contro i tedeschi e i loro alleati della Repubblica Sociale Italiana.
È in zona garibaldina che nel 1945 nasce la Democrazia Cristiana clandestina, di cui è uno dei fondatori, con un piccolo giornale chiamato “La Rinascita” che, come scrisse, aveva “ideazione, direzione e redazione in Val Tartano”.
Entrato nella Resistenza a 23 anni, a 24, a guerra conclusa, inizia un’intensa attività politica nella DC e da “La Rinascita” clandestina passa al “Corriere della Valtellina” tornato alle stampe dopo la forzata sospensione durante il ventennio fascista già dall’ottobre del 1945. Del partito è stato segretario provinciale dal 1947 al 1953 e, in stretto rapporto con i temi e i problemi della ricostruzione post bellica, svolge una febbrile attività giornalistica.
Sono anche gli anni del suo rapporto con Ezio Vanoni, importante Ministro e alta personalità internazionale, con il quale ha delle diversità, ma anche forti affinità: le ragioni di fondo dell’impegno politico, i valori che lo sostengono, le ispirazioni e le finalità che lo orientano.
Del “Corriere della Valtellina” è l’anima, la penna brillante e battagliera, quasi spericolata, protetta dal riformismo moderato di Michele Melazzini che ne è il direttore responsabile. Scrive in quegli anni oltre 1500 articoli.




  • Ricopre in seguito altri importanti incarichi in provincia, ma marginali rispetto alla straordinaria influenza e autorevolezza che esercita per quasi cinquant’anni sulla vita culturale e politica valtellinese. Influenza e autorevolezza che gli derivano da una vastissima cultura, da una profonda conoscenza della realtà delle valli valtellinesi, dalla qualità delle sue proposte e da un disinteresse universalmente riconosciutogli.
    È insegnate elementare dal 1941 al 1958 e, in seguito a concorso, direttore didattico.
    Giulio Spini è stato molto altro e molto di più: storico di prim’ordine, educatore integrale che mira a convincere più che a vincere, paladino della libertà come giustizia sociale, fine e inquieto intellettuale i cui maestri politici sono Giuseppe Dossetti, Giuseppe Lazzati, Ezio Vanoni e quella triade di intellettuali morbegnesi – Sergio Paronetto, Pasquale Saraceno e lo stesso Vanoni – principali autori della piattaforma programmatica dei cattolici del dopoguerra nota come “Codice di Camaldoli”.
    [ap]

    2012-2014 Carte di Famiglia